PRESENTAZIONE DEL VOLUME (RI)LEGGERE GUTTUSO
Cosa non è ancora stato detto su Renato Guttuso? Rimangono ancora zone d’ombra sull’operato di un grande intellettuale che già pittore fondamentale per il novecento è anche pensatore sui modi e sui perché del comunismo e sulla pittura come atto creativo e di linguaggio.
Presentando il libro “(Ri)leggere Guttuso” il 6 giugno alla Feltrinelli intervengono la storica dell’arte, curatrice e giornalista Paola Nicita e il professore Pietro Violante, critico musicale. Ne emerge il ritratto di un uomo complesso, militante, pittore, pensatore ma segnato, citando Marta Marzotto, da “un’autentica cupio dissolvi”
Il volume del professore Marco Carapezza, edito da Palermo University Press, si interroga proprio su questo fornendo un approccio nuovo su un terreno ancora poco esplorato. Si risemantizza l’operato attraverso l’apporto al volume di sociologi, filosofi e storici come Francesca Bacci e David Melcher che offrono un’innovativa lettura dei meccanismi percettivo-cognitivi che operano nella pittura di Guttuso. Franco Lo piparo legge il comunismo del pittore a partire da due celebri quadri: La Battaglia di Ponte dell’ammiraglio e I Funerali di Togliatti e Antonino Bondì ricostruisce il sorprendente rapporto teorico con Merleau-Ponty.
Dice Paola Nicita: “L’influsso di Villa Palagonia e dei carretti siciliani, confessato dallo stesso autore, non lo possono far ascrivere al genere del realismo socialista ma al realismo di Courbet e Millet con influssi del realismo magico sudamericano. Il realismo, vero o presunto, è un’esca cognitiva che apre a una dialettica tra visibile e invisibile, un reale che si costruisce attraverso l’immaginazione”.
Così commenta il professore Carapezza: “La bellezza di Guttuso sta nel non rappresentare mai il visibile ma mostrare l’invisibile attraverso un realismo che è più un codice di rappresentazione che un seguire pedissequo la realtà. L’arte di Guttuso non è fotografica ma storica perché profondamente immersa nel suo tempo. Non si spiegherebbero altrimenti quadri come il “Funerale di Togliatti”, “Boogie Woogie” o il famosissimo “La Vucciria”.
Si consegna quindi al pubblico un lavoro trentennale sulla scia della pubblicazione nel 2012 degli scritti privati di Renato Guttuso che risponde attraverso “fenomeni di rifrazione ricomposti in una visione nuova”.