L’arte invade i vicoli della Kalsa. Il “teatro senza palco” di Firenza Guidi per la prima volta a Palermo
Al via il progetto “Shanghai. Eredità e memoria”, la residenza creativa di artisti circensi, ballerini e musicisti internazionali
Una residenza creativa al teatro Garibaldi con artisti provenienti da tutto il mondo e numerose performance-evento che coinvolge strade, tetti e vicoli del quartiere della Kalsa. È “Progetto Shanghai. Eredità e memoria”, il teatro senza palco ideato dalla regista e autrice Firenza Guidi in programma fino al 22 dicembre con un calendario ricco di eventi.
Vengono dalla Polonia, dalla Scozia, dall’Ecuador, da Seattle e dal Giappone ma anche da tante città d’Italia, e sono artisti circensi, ballerini, musicisti, esperti in discipline aeree e acrobatiche. Gli spettacoli saranno così frutto dell’incontro tra gli artisti partecipanti alla residenza creativa e provenienti da varie parti del mondo e gli artisti del territorio.
Il progetto si compone di due realtà unite da una comunione di intenti ed obiettivi: l’associazione francese Art’Euro come capofila del progetto, anche dal punto di vista amministrativo, e la direzione artistica di Firenza Guidi, fondatrice della comunità artistica Elan (European Live Arts Network) Frantoio.
Firenza Guidi è regista, autrice e scrittrice di fama internazionale, porta in giro per il mondo i suoi spettacoli ma non lo stesso progetto. E così è stato anche per Palermo: “Il mio processo creativo è come il gioco dello shanghai. Una volta creato il caos – spiega la Guidi – devi tirare fuori lentamente e accuratamente ciascun bastoncino, si parte da un groviglio e si cominciano a tirare fuori delle linee narrative che fanno parte dell’eredità di un luogo”.
E la linea narrativa con Palermo ha trovato conferma in un luogo che negli anni Settanta ospitò diversi set cinematografici, il ristorante Shanghai della Vucciria.
Ha riscosso già grande successo il primo appuntamento nella chiesa di Santa Maria del Piliere: “Ho riscontrato nel pubblico la voglia di analizzare e di parlare di arte – racconta la regista – e una cosa simile mi è capitata soltanto a Buenos Aires, che secondo me è la Palermo dell’Argentina, una città che non ha paura di scandagliare”.
Ogni performance è diversa dall’altra e viene creata in base ai luoghi e agli impulsi creativi della direttrice artistica. Il pubblico diviene parte integrante dello spettacolo, coinvolto in una dimensione dinamica che lo porterà alla scoperta dell’arte attraverso un’iterazione con essa.