Quando decidiamo
La decisione è un processo. Porta allo scoperto una caratteristica essenziale del nostro cervello: il suo essere un “sistema aperto”, assai distante da quell’equilibrio che noi immaginiamo. Stabile e instabile, ordine e disordine, interno ed esterno si confondono. Siamo certo attori consapevoli quando decidiamo, ma anche esseri dotati di razionalità limitata. Soggetti a tante variabili come la casualità, i ritmi biologici, i condizionamenti dell’ambiente e, soprattutto, siamo soggetti a una sovranità invisibile e assai faticosamente riportabile al livello della coscienza: la sovranità dell’inconscio.
E’ merito del libro di Mauro Maldonato, Quando decidiamo. Siamo attori consapevoli o macchine biologiche?(Giunti 2015), aver sondato tutti i meccanismi complessi della decisione. E non sono pochi gli stimoli che possono derivare allo storico dalla lettura di questo volume. A partire dalla non ripetitività dell’azione umana: tutto è nel tempo, sia pensieri consapevoli sia pensieri inconsapevoli. E il rapporto fra mente e storia condiziona profondamente qualsiasi decisione. Un altro elemento su cui riflettere: qualsiasi scelta razionale viene operata in un contesto. L’uomo storico è un uomo in carne ed ossa: anche i suoi stili decisionali sono individuali.
Maldonato invita a considerare il cervello una macchina predittiva, non puramente reattiva. La decisione precede e insegue la consapevolezza. Si apre così uno scenario assai intrigante per lo storico, su cui generalmente non si presta la dovuta attenzione: il nesso fra storia, memoria, anticipazione possibile del futuro.
Anche l’analista delle decisioni opera applicando il metodo tipico dello storico, ma anche del medico, dello psicologo, del magistrato, forse del giornalisti e degli operatori dell’informazione. Procede per indizi, tracce, costruendo e ricostruendo continuamente il rapporto complesso fra fatti, fonti, interpretazioni.
Quando decidiamo contiene nella sua scrittura una cifra costante, il ricorso all’ossimoro apparente: la presente assenza, l’inevidente evidenza, la consapevole inconsapevolezza o la inconsapevole consapevolezza, il non più che è o può essere un non ancora.
Ricorda Maldonato: sono i versi del poeta Antonio Machado a mostrarci che l’incertezza è un forte stimolo all’azione. “Caminante, no hay camino, se hace camino al andar”. E l’incertezza può essere una buona guida propedeutica anche per lo storico.