Sanctae Rosaliae Dicata -Bibliografia cronologica su Santa Rosalia-
Oh gloria di Palermu e protettrici!
Tu ‘ncelu stai e ‘nterra Tu si Luci
d’amuri, chi cunforti e nni pruduci
la fidi, ch’abbisogna a cu’ è ‘nfilici!
Tu, di flagelli nostra sarvatrici,
pronta Tu volgi a Diu la nostra vuci:
e si la vera fidi a Tia cunnuci,
allura Tu t’impegni e a Diu lu dici.
Oh santa Rusulia! prima duvemu
fari cosi a Tia accetti , e poi fidamu
su la prumissa Tua; cuntenti semu
quannu u Fistinu veni e lu passamu
comu megghiu, in T’onuri, lu putemu
e poi, murennu, sempri a Tia ‘nvucamu.
ARABA FINICI
Quello che precede è il primo dei 70 sonetti dedicati a santa Rosalia e al Festino in un libretto scritto da Araba Finici e intitolato Sittanta sunetti pri lu Fistinu … mischinu di l’annu di grazia 1898.
Non è questo il solo esempio di testi, poesie, racconti, canzoni, opere teatrali dedicate nel corso di quasi quattro secoli alla santa protettrice di Palermo. Il culto di santa Rosalia, di origini molto antiche – pare si venerasse già dal XIII secolo, ben prima del presunto ritrovamento del suo corpo, avvenuto il 15 luglio 1624 –, ebbe infatti grande diffusione a partire dal 1625, quando le sue spoglie, portate in processione per le vie di Palermo, teatro in quel periodo di grande sconvolgimento e dolore a causa di un’epidemia di peste, si credette ponessero fine a quel flagello.
Fu per questo motivo che il 15 agosto 1625 il Senato proclamò Rosalia protettrice della città, e le diede un posto di rilievo rispetto alle altre sante patrone della città, santa Ninfa, sant’Oliva, santa Cristina e sant’Agata; e fu ancora nel 1625 che l’arcivescovo di Palermo Giannettino Doria dispose che le sue reliquie fossero deposte nella Cattedrale. Il papa Urbano VIII poi, nel 1630, determinò l’inserimento nel Martirologio Romano del nome di Rosalia sia nel giorno 15 luglio, giorno del ritrovamento del corpo, sia nel giorno 4 settembre, giorno della sua morte.
E nel rispetto di queste date, così importanti per i palermitani legati al culto della santa, ogni anno si assiste, il 14 e il 15 luglio, al tradizionale Festino che culmina con i fuochi d’artificio; mentre il 4 settembre si svolge l’acchianata, ossia la salita a piedi sul Monte Pellegrino fino al santuario dedicato alla santuzza.
Con il trascorrere del tempo la processione ha assunto una enorme importanza non soltanto per i devoti alla santa, ma per tutto il popolo palermitano. Fin dai primi anni il cerimoniale era rigoroso e dettagliatissimo, come testimoniano gli opuscoli che annualmente venivano diffusi e che facevano conoscere da una parte lo svolgimento degli eventi nelle giornate dedicate ai festeggiamenti per la santa (da tre a cinque a seconda dei periodi storici), e dall’altro i nomi e l’ordine di uscita dietro la santa delle compagnie e delle confraternite che tradizionalmente partecipavano alla processione solenne.
Infatti la sontuosa processione del Festino di S. Rosalia veniva aperta dalle autorità cittadine che sfilavano sotto uno stendardo della Santa. A seguire, in numero variabile nei diversi anni, con le proprie insegne, le compagnie e le confraternite. Dietro erano i conventi e quindi l’urna di S. Rosalia. L’ordine di precedenza veniva annualmente confermato dall’autorità cittadina con apposito decreto.
Altro grande protagonista del Festino, sin dal 1686 in maniera discontinua, e poi regolarmente dal 1693, era il carro trionfale, variamente strutturato nel corso dei secoli, che il 14 luglio sfilava per le vie della città. L’apparizione dell’imponente carro rappresentava il momento più suggestivo e importante di tutta la sfilata, in quanto rappresentava, allora come ora, il momento dell’intervento trionfante e salvifico di santa Rosalia.
La nostra bibliografia, come dice lo stesso titolo, vuole essere un omaggio a questo culto, a queste tradizioni, a questo amore per la santuzza. Già alla fine degli anni Novanta del secolo scorso la biblioteca ha pubblicato all’interno della collana assessoriale Sicilia/Biblioteche una prima bibliografia sul tema, dal titolo “L’Angelo di santa Rosalia”, a cura nostra e di Antonino Perniciaro. Questa di oggi ne è il naturale e doveroso aggiornamento e ampliamento a più di venti anni di distanza.
L’impostazione cronologica consente di evidenziare quanto nel tempo sia cresciuta o si sia modificata l’attenzione dell’editoria al tema, anche in rapporto alla diversa fortuna che nel tempo il libro ha avuto. Consente inoltre di verificare come negli anni si sia stabilita una vera e propria tradizione scritta rinnovata di anno in anno di tutto l’”evento Festino”, sia con la pubblicazione di editti, decreti, documenti ufficiali di tipo organizzativo-esplicativo, sia con la pubblicazione di testi descrittivi degli apparati scenici, degli eventi sia religiosi che spettacolari.
La bibliografia è corredata da una breve sitografia sul culto di santa Rosalia che, proprio per la sua natura, è comunque in continua evoluzione e può quindi essere considerata soltanto una base di ricerca sul web.
Carlo Pastena ed Enza Zacco