La Sicilia in Cina. Una raccolta di testi cinesi sull’isola (1225-1911)
Il libro di Renata Vinci, edito da Palermo University Press, verrà presentato oggi pomeriggio alle 17 alla chiesa di Sant’Antonio Abate allo Steri
Una terra caratterizzata da magnificenza ed esotismo, che ha rappresentato lo scrigno d’Oriente, contente segreti ed enigmi, la Cina. Un territorio dominato da numerosi sovrani, come quelli della famosa dinastia Quin, a cui è legata la formazione dell’impero tramite le campane militari, la costruzione della Grande Muraglia e il famoso esercito di terracotta; la dinastie Han e Tang.
Mistero e luogo “impenetrabile”, la Cina, caratterizzata da una cultura antica, in cui la società fu catalizzatrice e promotrice di un processo civilizzatore nelle aree circostanti. Nel Medioevo la conoscenza degli occidentali legata all’Oriente sulla Cina è da attribuire a Marco Polo (1254-1324) con il Milione, celebre resoconto in cui il viaggiatore veneziano narra il suo viaggio nel luogo di Kublai Khan (1215-1294). All’interno del contesto italiano, la Sicilia è stata infatti la prima regione a essere presentata ai lettori cinesi.
Era il 1225 quando Zhao Rukuo, funzionario delle dogane della città di Quanzhou, annotò nel suo portolano le notizie sulle principali aree commerciali note fino a quel momento1. Lo rivela il testo di Renata Vinci “La Sicilia in Cina Una raccolta di testi sull’isola (1225-1911)”, edito da Palermo University Press (collana Frammenti) che verrà presentato questo pomeriggio alle 17 alla chiesa di Sant’Antono Abate, allo Steri. Non solo Zhao contribuì alla conoscenza della Sicilia, ma anche studiosi, viaggiatori e intellettuali. Per non parlare degli strumenti di supporto come mappamondi, carte geografiche, riviste e diari di viaggio, le quali crearono una vera e propria antologia della Sicilia per i cinesi.
Tramite le fonti appena citate, Vinci riesce a ricostruire la conoscenza del popolo riguardo l’isola, che, nonostante fosse un luogo remoto e lontano, non era affatto percepita così. In età moderna il rapporto tra Occidente e Oriente cambia radicalmente con l’avvento della Compagnia di Gesù, fondata in seguito al Concilio di Trento (1545-1563) da Ignazio di Loyola (1491-1556). Grazie alle proprie “case” disposte nelle città siciliane di Messina, Palermo e Caltanissetta e per mezzo dei suoi esponenti, promotori di un’opera di massiccia evangelizzazione: tra questi figurano Matteo Ricci (1552-1610), autore dell’opera cartografica nota come Grande mappa dei diecimila Paesi, di Francesco Brancati, di Ludovico Buglio.
Quest’ultimo portò in Cina la prospettiva e fu autore di due trattati: il primo sui leoni e il secondo sulla falconeria – così riuscì a raggiungere anche il “Paese del Sol Levante”, il Giappone. Il libro di Renata Vinci fornisce al lettore la chiave di lettura di questo scrigno misterioso, che fu l’Oriente.
Note
1 R. Vinci, La Sicilia in Cina Una raccolta di testi cinesi sull’isola (1225-1911), Palermo University Press, Palermo, p. 12