Palermo, storia della città e delle sue dominazioni
Nel corso delle epoche storiche, Palermo è stata caratterizzata da nomi diversi e innumerevoli dominazioni. A questo si deve il carattere multietnico che ancora oggi conserva l’antica capitale del Regno di Sicilia e, in età moderna, del viceregno isolano.
La fondazione di Palermo e la Panormus antica
La fondazione di Palermo si fa risalire a cavallo tra il VII e il VI avanti Cristo.
In questo periodo la città, da semplice emporio fenicio, ben presto divenne un punto di riferimento per il commercio del territorio, grazie anche alla sua posizione strategica e alla presenza dei due fiumi: Kemonia e Papireto.
Durante la guerra condotta da Dionisio I, tiranno di Siracusa, contro Mozia, Palermo, insieme ad altre città, decise di mettersi sotto la protezione di Cartagine. Un’ultima menzione di Palermo durante l’epoca greca è dello storico greco Polibio, il quale affermò che Pirro, re dell’Epiro, dopo aver dichiarato guerra a Cartagine, si diresse nei centri punici e la conquistò. La città venne descritta dallo storico come la roccaforte principale di Cartagine; divenuta tale probabilmente dopo la distruzione di Mozia.
Da qui si capisce il ruolo chiave che Palermo aveva fin dall’età antica. Con lo scontro tra Roma e Cartagine nella Prima guerra punica, in cui la Repubblica romana sconfisse Cartagine, i romani di assicurarono la Sicilia e il dominio sul Mediterraneo. Palermo o Panorums divenne un porto strategico per i commerci nel Mare Nostrum. Ciò rimase immutato fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476), che vide l’inizio delle invasioni barbariche e la conseguente conquista della città da parte dei Vandali.
Palermo tra Medioevo ed età moderna
In età medievale a restituire dignità e splendore a Palermo furono i bizantini, che detennero il potere e il dominio per circa tre secoli, facendo della città siciliana un capolavoro. Il potere bizantino a Palermo – e in generale in Sicilia – cominciò a scemare con l’espansionismo musulmano, che portò alla presa della città nell’831.
Sotto la dominazione araba, la città cominciò a prosperare, caratterizzata da moschee che prima erano chiese, dai suoi agrumeti e dalla sua nutrita popolazione. Tra il 1071 e il 1072 gli arabi furono sconfitti e la città venne presa dai normanni, guidati dal conte Ruggero I d’Altavilla. Nonostante la conquista da parte del conte normanno, egli volle che gli arabi rimanessero a Palermo.
La presenza dei normanni a Palermo si nota ancora oggi attraverso edifici come Santa Maria dell’Ammiraglio o la Cappella palatina, all’interno di Palazzo dei Normanni, costruiti sotto il regno di Ruggero II. Con la fine della monarchia normanna e l’inizio del periodo svevo segnato dall’imperatore Federico II, figlio di Enrico VI, e Costanza d’Altavilla, Palermo assunse il ruolo di capitale amministrativa e di centro culturale più importante del Mediterraneo. Tuttavia, con la morte di Federico II, la città visse la dominazione angioina che durò fino al 1282, quando scoppiò la rivolta del Vespro e Palermo perse il ruolo di capitale in favore di Napoli.
I nuovi sovrani, gli aragonesi, vollero la città la capitale del proprio regno; e un ramo cadetto della stessa dinastia iberica che nel XV secolo proclamò Palermo capitale del viceregno di Sicilia e sede dei viceré.
I nomi della città di Palermo
Nel corso delle dominazioni che si susseguirono, Palermo assunse vari nomi che le hanno conferito quel carattere multietnico, che si respira ancora oggi, soprattutto nei vicoli del centro storico.
Come detto precedentemente Palermo venne fondata da mercanti fenici, che la chiamarono Sis o Zyz.
Le prime notizie storiche risalgono al 480 avanti Cristo: costretti a rifugiarsi qualche giorno nel porto prima di intraprendere l’assedio di Imera, i Cartaginesi in guerra contro le città alleate greche descrissero questa città già fiorente di commerci, molto popolata e ben difesa, sotto la saggia dominazione dei Fenici.
Si vuole, anche, che allora si chiamasse Mahanath, cioè “accampamento”, poiché i Fenici, commercianti e navigatori, vi avevano posto una specie di accampamento o emporio permanente, data la facilità delle relazioni con l’Africa.
L’antico e definitivo nome di Panormus, che in greco significa “Tutto porto”, le derivò dal fatto che la città si adagiava su una stretta lingua di terra che si allungava sul mare e con ottimi approdi lungo tutta la spiaggia. Da un punto di vista urbanistico, Palermo fu divisa in due: la Paleopolis, la parte più antica, che sorgeva dove oggi sono il Palazzo dei Normanni e la cattedrale di Palermo; a questa si aggiunse, successivamente, la Neopolis. L’aspetto attuale del luogo è poco rappresentativo del suo antico nome.
Sotto la dominazione musulmana venne ribattezzata Balarm o Balerm, secondo la testimonianza del geografo Al-Idrisi, anche se alcuni la chiamavano Madìnah, cioè “la città” per antonomasia. Anche dopo la conquista normanna venne conservato, seppur con qualche variazione, il toponimo musulmano che venne latinizzato in Balermus e successivamente Balharmu.
I frammenti della storia della capitale siciliana
La storia del capoluogo siciliano va di pari passo con le vicende di natura politica legate alla stessa isola in cui ritroviamo le ricerche di Giuseppe Giarrizzo e Francesco Renda.
Sulla storia di Palermo sono numerosi saggi e volumi; da ricordare i lavori di storici come Rosario La Duca, il già citato Francesco Renda e di Orazio Cancila, autore di Palermo, edito nel 2009 da Laterza. Da qualche hanno il panorama siciliano si è ampliato e arricchito ulteriormente attraverso le pubblicazioni della Palermo University Press, casa editrice dell’Università degli studi di Palermo, che ha dedicato una collana alla storia isolana intitolata “I frammenti”.
Tra i volumi che compongono la collana ritroviamo pubblicazioni dedicate non soltanto alla storia siciliana, ma anche alla storia della città di Palermo. Tra questi possiamo citare Palermo fastosissima di Nicoletta Bazzano e Palermo. Il lungo rinascimento e l’utopia della capitale del Regno di Antonino Giuffrida. Entrambi i lavori ricostruiscono uno spaccato interessante su vari aspetti riguardanti la storia della città di Palermo in età moderna tra il XVI e il XVII secolo.
Il volume curato da Nicoletta Bazzano fornisce una descrizione dettagliata del cerimoniale e dei percorsi dei viceré spagnoli quando sbarcavano a Palermo, dal momento in cui essi salivano sulla carrozza per raggiungere Palazzo dei Normanni a quando lasciavano la città alla fine dell’incarico.
Scheda libro: Indelebile è la traccia che l’età spagnola ha lasciato su Palermo. La pianta stessa della città, segnata nel suo centro storico dalla croce del Cassaro e di via Maqueda con l’ottagono perfetto del Teatro del Sole, rimanda all’epoca fastosa dei viceré.
Le strade e le stradine che si diramano dalle due principali direttrici contribuiscono, con mille particolari, a mantenere vivo il ricordo della città del passato, aristocratica e plebea, fastosa e misera, gaudente e bigotta. E quindi ancora oggi è possibile calcare le orme di cortigiani e popolani, di inquisitori e funzionari, soffermandosi dinanzi a facciate e monumenti, per rivivere i momenti più importanti del passato e illustrare le vicende politiche, economiche e sociali della Sicilia in età moderna, granaio dell’Europa e bastione contro il pericolo turco.
Il volume intende, così, introdurre il lettore alla conoscenza della Palermo spagnola seguendo i percorsi cerimoniali, sia laici che religiosi, elaborati in un’epoca particolarmente importante per la storia della città, capitale di uno dei regni della Monarchia su cui non tramontava mai il sole. Si potrà così scoprire il volto di una Palermo inedita: quello di una capitale di frontiera, sede di una vera e propria corte, pienamente partecipe dei fasti culturali, artistici e politici dell’età barocca in Europa.
Il libro di Antonino Giuffrida, invece, dà un inquadramento generale della storia di Palermo e delle sue vicende. Dall’istituzione del primo banco pubblico sotto Ottavio Spinola le operazioni di ampliamento del Cassaro, strada principale della città, apportate dai viceré, le rivolte che videro come scenario la stessa Palermo, per non parlare della storica rivalità con la città di Messina per il ruolo di capitale.
Scheda libro: Antonino Giuffrida ci mostra con questa pregevole e agile pubblicazione una “Tessera del mosaico Palermo”, capitale del Regno di Sicilia, sovrano dal 1130 al 1816, da Ruggero II al Regno delle Due Sicilie.
La tessera del XVI secolo in pieno periodo vicereale; un secolo a Palermo fortemente segnato dagli effetti degli editti del 1492 dei Reali di Spagna contro ebrei e musulmani, che troncarono per secoli i rapporti di Palermo con la realtà mediorientale, mediterranea. Cosa resta di quel secolo a Palermo? Tanto certamente… ma in particolare il tentativo di fare di Palermo “capitale” una realtà urbana, una “città” e non soltanto luogo fisico di residenze sfarzose o miserabili, di ricchezze e povertà, fortemente e prevalentemente legata ad una economia agricola e feudale.
Leoluca Orlando
Entrambi i volumi rappresentano non solo un’analisi magistrale della storia della città, ma sono dei veri e propri tasselli di un puzzle che lentamente si sta ricomponendo per approfondire il nostro passato e la cultura isolana.