Storia e origini del Natale: dal paganesimo al cristianesimo
Stringersi gli uni agli altri illuminando insieme il giorno più buio dell’anno. Questo concetto è alla base tanto del Natale quanto delle ricorrenze pagane che ha sostituito
Il Natale cristiano
Seconda solennità in ordine di importanza per il credo cristiano (dopo la Pasqua), Natale celebra la nascita di Gesù, la cui data certa rimane tutt’ora sconosciuta. Per questo – come affermato anche dal teologo Salvino Leone – quelli che la comunità cattolica percepisce come rigidi obblighi liturgici e necessità spirituali legate al periodo natalizio rispondono ad antiche convenzioni di natura più politica e sociale che teologica.
Le pratiche liturgiche sono state quindi adattate per sostituire cerimonie di culti ben più antichi, trasformandole negli odierni rituali della cristianità. Questo non vuol dire che sia stato sostituito un significato con un altro, bensì che dottrine simili abbiano finito per assimilarsi vicendevolmente, in maniera più o meno pacifica.
Natale 2020: il ruolo della pandemia
Al tempo del Coronavirus, anche il Natale deve cedere il passo alla necessità della sicurezza sanitaria e, nonostante le resistenze di alcuni rappresentanti, le autorità ecclesiastiche hanno riconosciuto la natura convenzionale di alcune consuetudini.
Spostando quindi l’orario delle messe vigiliare, aumentando al contempo il numero di cerimonie nel corso dei giorni precedenti e successivi, esortando i fedeli a riscoprire una fede più intima e personale, considerando più importante la partecipazione spirituale alla celebrazione della Natività.
Natale come festa pagana
Nella tradizione pagana e neopagana, il periodo natalizio coincide con quello del solstizio d’inverno e della sua celebrazione: Yule, uno degli otto Sabbat (giorni sacri) della tradizione nordica precristiana.
Dalla Scozia all’Islanda, dalla Norvegia alla Germania, per secoli nei giorni intorno al 25 dicembre si è celebrato il superamento della notte più oscura dell’anno, cui segue il ritorno verso la luce della primavera. Una consequenzialità che rappresenta il ciclo della “grande ruota”, un simbolo del tempo che scorre, con le dovute differenze culturali, presente sia nella tradizione celtica quanto in quella norrena. Di questo culto pagano, ancora praticato dalle comunità Wicca e neopagane, il Natale cristiano ha ereditato alcuni simboli ed elementi: dall’albero di Natale alla consuetudine di decorare le abitazioni con agrifoglio e vischio.
Natale tra paganesimo e cristianesimo
Secondo alcuni teologi e sociologi, il laicismo consumistico della festa natalizia avrebbe ormai completamente privato il Natale dei suoi significati più profondi e autentici.
Eppure, sembra che – dietro i regali, gli addobbi ed i cenoni – lo spirito di carità, fratellanza e comunione persista nonostante tutto e a dispetto della fede individuale. In più di un senso, la celebrazione del Natale ormai non appartiene più alla sfera religiosa, almeno non del tutto, quanto più a quella sociale. È come se avesse trasceso l’ideale religioso della Natività come quello della ciclicità naturale diventando, nel bene o nel male, un rituale proprio della società contemporanea.
25 dicembre: il giorno di Natale
Dalla messa di mezzanotte alle attività più laiche come lo scambio dei doni, la festività natalizia è il più grande esempio di sincretismo religioso esistente a livello globale.
Utilizzare questa data – peraltro, come si è detto, simbolica – come giorno della nascita di Cristo è una convenzione nata all’epoca dell’antica Roma, in modo da permettere alla nuova religione di soppiantare i precedenti culti, sia misterici che pagani, in maniera quasi indolore. Ricondurre ricorrenze di religioni preesistenti alla figura del Salvatore ed alla sua nascita è stato considerato per secoli un modo graduale per convertire i popoli al cristianesimo.
In questo modo, nel corso dei secoli, la nuova fede ha assorbito al proprio interno figure, eventi, luoghi e personaggi appartenenti alle più svariate credenze.
Origini del Natale
Dai Saturnali romani, alla celebrazione del Sol Invictus, passando per la nascita della divinità solare Mitra, erano molti gli eventi che la Roma antica festeggiava in quello che è oggi il cosiddetto periodo natalizio o “tempo d’avvento”.
In questo lasso di tempo, che intercorre approssimativamente tra l’8 dicembre ed il 6 gennaio, il mondo precristiano aveva già stabilito importanti ricorrenze che nel corso dei secoli sono state progressivamente assimilate alla nascita di Cristo. Cerimonie le cui pratiche sono state uniformate e canonizzate in quelli che oggi sono i momenti chiave delle celebrazioni natalizie, tanto laiche quanto religiose.
Il significato del termine ”Natale”
Il termine “Natale” deriva dal latino e corrisponde al participio passato del verbo nascere e nei secoli questo concetto è stato applicato sia alla nascita del Cristo cattolico che alle celebrazioni dei Saturnali romani ed allo Yule celtico. Ma cosa significa oggi il Natale nel mondo laico?
Il significato del Natale laico
Concedere un giorno per gli affetti personali. Fermarsi un momento per guardare la propria vita in prospettiva, rimettendo in ordine le priorità. Trovare il tempo per dedicare un pensiero agli altri, amici o familiari che siano. Essere obbligati a una pausa, uscendo forzatamente dalla frenesia del mondo consumistico. Trovare requie da una vita di fatica e sacrificio. Ritrovare persone lontane o semplicemente potersi fermare per prendere un respiro profondo. Queste sono alcune delle tematiche laiche che danno significato al Natale, andando oltre i rituali e le consuetudini religiose, molte delle quali nate ben prima del cristianesimo.
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La figura di Babbo Natale
Simbolo del Natale e del sincretismo religioso costruito intorno alle festività natalizie, la figura dell’anziano uomo barbuto che consegna i doni sulla sua slitta volante è l’esempio lampante di come quella del 25 dicembre sia in realtà una ricorrenza complessa e stratificata.
Spirito elementare, incarnazione del dio Odino, personaggio ispirato alla figura di San Nicola. O ancora demone predatore di infanti, guerriero moresco e simbolo del capitalismo. Sono tantissimi i volti di questo personaggio, canonizzato nel classico costume rosso e bianco ad opera di una multinazionale americana che ne ha fatto il proprio immortale testimonial. Babbo Natale è l’incarnazione di quella festa laica e consumistica che oggi sta prendendo sempre più piede, soprattutto nella società occidentale.
Ma è anche una figura positiva, che ispira soprattutto i bambini ad apprezzare gli aspetti positivi della ricorrenza, superando qualsiasi divisione tra fedi religiose o identità nazionali.