Storicizzare Freud
La traduzione italiana del bel libro di Elisabeth Roudinesco, Sigmund Freud nel suo tempo e nel nostro (Einaudi 2015) e la pubblicazione, nello stesso anno, del mio Freud e la storia (Rubbettino 2015) rappresentano una stimolante novità per gli studiosi e per la considerazione del rapporto tra storia e altre scienze. La parola d’ordine è: storicizzare Freud. Naturalmente i suoi significati possono essere diversi. Per la Roudinesco si tratta di proporre un modello di biografia storica con due obiettivi fondamentali. Il primo consiste nel dimostrare come l’invenzione freudiana abbia cambiato il modo stesso di scrivere la Storia. Il secondo obiettivo, meglio riuscito rispetto al primo, è la collocazione della scrittura di Freud nella storia del suo tempo. Il che significa per la Roudinesco ricostruire la rete e il contesto nei quali ha operato il fondatore della psicoanalisi, discepoli e dissidenti, i pazienti, la fortuna internazionale.
Io ho voluto compiere un’operazione differente: ricostruire e approfondire l’idea di storia che aveva Freud e dimostrare come tutto il suo itinerario, dalla formazione alle opere della maturità , vada nella direzione di un elogio della storicità. Da tale punto di vista il padre della psicoanalisi si colloca nello spirito del suo tempo e ha ancora molto da dire alla nostra epoca. Nello spirito del suo tempo è la Bildung degli anni di formazione: la cultura classica, l’ebraismo, la vicinanza ai padri del metodo storico, Droysen e Ranke in particolare, l’attrazione per grandi personaggi storici come Alessandro, Cromwell e Napoleone. Freud ha ancora molto da dire a noi soprattutto perchè supera radicalmente la dicotomia tra le due culture, quella umanistica e quella tecnico-scientifica e si proietta verso la prospettiva unitaria delle scienze della vita. Egli può essere così visto in una luce nuova e suggerire un programma di straordinaria attualità: fare entrare la vita nella storia e la storia nella vita.