La strategia napoleonica
La ferrea disciplina dell’esercito, la totale fedeltà delle truppe e un obiettivo chiaro: la distruzione dell’esercito nemico possibilmente con una campagna rapida e una battaglia decisiva.
Ecco i punti fondamentali della strategia militare napoleonica, un’innovazione che permise a Napoleone Bonaparte di dicentare un riferimento nel campo militare.
Napoleone Bonaparte e le armate rivoluzionarie.
Gran parte del successo di Bonaparte derivava della fedeltà totale dei propri soldati e ufficiali, uomini che credevano in lui e nel mito cresciuto intorno alla sua figura. La Guardia Imperiale per esempio riuniva i militari più fanaticamente fedeli all’imperatore. Questo culto di Napoleone derivava in parte dal carisma del generale e soprattutto dalla sua capacità di far leva sul sentimento rivoluzionario che animava i propri uomini.
All’epoca nelle armate francesi militavano i figli della libertà, una generazione cresciuta lottando per promuovere e mantenere vivi i principi di uguaglianza e fraternità affermatisi durante la caduta della monarchia. Lo spirito rivoluzionario, teso a premiare il merito e l’abilità attraverso promozioni sul campo, venne incentivato da Napoleone, che fece propria la lotta contro l’Ancien Régime e le monarchie straniere. Il condottiero corso comprendeva queste istanze, utilizzandole spesso nei suoi proclami per spronare i propri uomini, facendo leva sul coraggio e la forza di volontà dei francesi.
La strategia napoleonica: “Sempre Avanti”
Napoleone visse e combatté in un’Europa ormai civilizzata, dotata di strade e ponti, costellata di paesi e villaggi utili per raccogliere approvvigionamenti. Le sue truppe marciavano rapidamente, alleggerite dal peso della logistica. Questa si rivelò sia un punto di forza che una fondamentale debolezza nella visione tattica di Bonaparte.
Il generale corso concentrava i propri sforzi sulla distruzione del nemico e sul dominio del campo di battaglia rispetto alla conquista territoriale. Anche per questo Napoleone spingeva continuamente in avanti il fronte delle operazioni militari, sfruttando la maggiore mobilità per sorprendere il nemico attaccandolo da posizioni inattese. Questa stessa strategia portava le forze francesi ad incalzare facilmente le armate nemiche in fuga, trasformando ritirate ordinate in rotte disordinate.
La strategia napoleonica: “l’inganno tattico”
Parte fondamentale della strategia napoleonica era la pratica di suddividere le proprie armate in colonne più piccole. Queste potevano quindi non solo marciare e manovrare in maniera più agile, ma anche raggiungere il campo di battaglia da direzioni multiple, convergendo sul fronte solo poco prima della battaglia. Questo era solo uno dei cosiddetti inganni tattici, di cui Napoleone è stato un maestro indiscusso. Tra finte ritirate, l’utilizzo di unità esca e di un fronte altamente mobile, supportato sia dal fuoco concentrato dell’artiglieria che da decisive cariche di cavalleria.
L’eredità militare di Napoleone
Considerato uno dei più grandi conquistatori della storia, nonché uno dei tattici più brillanti, i suoi manuali di strategia sono ancora materia di studio in molte accademie militari. La visione tattica di Bonaparte ha modificato il modo di combattere le guerre, ha cambiato la concezione stessa del campo di battaglia e dello schieramento delle truppe. Per quanto possa sembrare oggi superato, lo stile bellico napoleonico è stato alla base di molte operazioni vittoriose nei due conflitti mondiali.
Napoleone Bonaparte oggi figura tra i più grandi generali della storia, accanto a figure come Alessandro Magno e Genghis Khan, che come lui scelsero di cambiare il corso della storia attraverso lunghe e sanguinose guerre di conquista.