I bambini sono i primi ad adattarsi ai cambiamenti ma è necessaria una sana interazione degli adulti nel processo di assorbimento. E le fiabe favole aiutano a sviluppare l’immaginazione dei più piccoli
I bambini sono i primi ad adattarsi ai cambiamenti ma è necessaria una sana interazione degli adulti nel processo di assorbimento. E le fiabe favole aiutano a sviluppare l’immaginazione dei più piccoli
Nel bel contributo di Domenico Cassano, che segue, emergono alcuni elementi che dovremmo tutti tenere presente nell’analisi critica degli attuali movimenti no-vax.
Strano destino, quello dei vaccini: l’innovazione sanitaria che più di tutte ha inciso favorevolmente sul tessuto socio-economico della collettività, oltre che sulla salute umana, continua ad essere a tutt’oggi preda di infondati pregiudizi quanto ingiusto bersaglio da parte di movimenti di opposizione. Un fenomeno complesso che affonda le sue radici in molteplici ragioni di natura etica, religiosa, politica e sociale.
Si può partire dalla mirabile descrizione della peste di Atene offerta da Tucidide. Come non pensare, ad esempio, a Wuhan, alla difficoltà di stabilire il termine a quo del Coronavirus, quando si legge la pagina del grande storico greco che racconta della controversa origine dell’epidemia, delle più svariate e fantasiose ipotesi sulla sua genesi?
Mai come in questi giorni la scuola è stata così tanto al centro dell’attenzione. La feroce querelle scuole aperte vs scuole chiuse divide amici e persino famiglie. Ma è davvero una questione di luogo o di metodo? Chi la vive, da docente e da studente, sa che quella scuola non esiste più. Non esiste per tante ragioni. Una fra tutte: i ragazzi non apprendono più allo stesso modo in cui lo facevamo noi nel secolo scorso.
Siamo alla seconda tappa di questo percorso del lunedì, che ha preso l’avvio da una riflessione sui rapporti fra storia, cronaca, giornalismo. L’idea di base è stata la contemporaneità della storia: la produttività di un concetto proposto da Croce per ricostruire e interpretare l’attualità della pandemia.
Fase prima, fase seconda… e poi? L’incertezza del futuro scandisce la fine di questo 2020.
Un anno vissuto pericolosamente, che ha lasciato macerie materiali, morali, psicologiche. La speranza del vaccino e la fiducia nelle sue “magnifiche sorti e progressive” non solo non cancellano gli effetti della prima pandemia nell’era della globalizzazione, ma non garantiscono sul futuro prossimo venturo.
Con il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 3 dicembre, si stabiliscono regole stringenti per il periodo natalizio. Ma per alcuni la “sacralità” del Natale impone delle deroghe anche in tempi di pandemia
L’albero, il presepe, lo scambio dei doni, la Messa di mezzanotte, il cenone, le decorazioni, i mercatini e le giocate: cosa resta di tutto questo nell’anno della pandemia?
Medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari, ristoratori, giornalisti, autisti: sono tra quelli che non si fermano mai, nemmeno a Natale. Cosa è cambiato con il Covid-19?
Dalla “minzogna saracina” del Consiglio d’Egitto ai giorni nostri.
La costruzione del falso è un tema molto attuale, specialmente in un momento in cui l’informazione svolge un ruolo delicato nel contrastare il proliferare di fake news legate alla pandemia di Covid-19.
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