A ognuno il suo. Palermo città di teatro anche per i ragazzi
Abbonamenti ad hoc, produzioni mirate e una “invasione culturale” che contagia le scuole e i quartieri per attirare sempre più giovani
Ad ognuno il suo teatro. Ma quello dei ragazzi è il settore in continua evoluzione a Palermo grazie all’intervento delle scuole.
Produzioni che strizzano l’occhio al contemporaneo ma anche ai grandi classici, abbonamenti e riduzioni ad hoc per gli studenti. I teatri palermitani si dimostrano fucina culturale con uno sguardo attento ai giovani e al loro linguaggio come canale di comunicazione privilegiato.
Non solo lo stabile del Biondo, ma anche le realtà più piccole e indipendenti resistono e combattono contro i pregiudizi radicati in quei quartieri in cui, erroneamente, si pensa che la scena sia l’ultimo pensiero di chi deve fronteggiare ben altri problemi. Ma anche il nutrimento dell’anima è importante: caparbiamente, anche in questi quartieri sorgono spazi e laboratori, per dimostrare che il teatro è una scelta che per alcuni può cambiare le prospettive di vita.
L’espressione “teatro per ragazzi” potrebbe indurre a pensare ad una produzione teatrale elementare e quasi infantile, nel senso dispregiativo del termine. Niente di più sbagliato.
Il palcoscenico ha cambiato la vita di alcuni giovani migranti da quando il Piccolo Teatro Patafisico – in partenariato con la compagnia Blitz, in giro per i centri di accoglienza – ha distribuito biglietti gratuiti per l’ingresso al teatro. È scoppiata la scintilla e ne è nato anche lo spettacolo “M’appelle Mohamed Ali” con loro protagonisti.
Quello per il palco è spesso un vero amore a prima vista, ma non tutti hanno la possibilità di conoscerlo se non attraverso le scuole. «Se il bambino pratica il teatro già dalle scuole elementari e medie, sarà terreno molto più fertile in età adolescenziale», ha affermato Pamela Villoresi, direttrice del teatro Biondo di Palermo.
«Il teatro pubblico cittadino deve poter essere il teatro di tutti».
Ognuno a Palermo può trovare il proprio teatro. E se questo non dovesse succedere sarà il teatro a trovare la strada di casa verso il giovane pubblico. L’importante è parlare il loro stesso linguaggio: come? Il teatro per radio sul web è l’idea lanciata dal Biondo. Da marzo partirà così la sperimentazione della BiondApp, un canale interamente dedicato ai giovani che segue la scia di intenti del sindaco Leoluca Orlando per il teatro pubblico della città «il Biondo fuori dal Biondo». Il teatro in radio entra nelle case e nei quartieri da Brancaccio a Danisinni, fa compagnia alle persone e permette alle mamme di raccontare le fiabe delle buonanotte con la voce degli attori.
È chiaro, in questo contesto, il messaggio del fondatore del teatro Atlante, Emilio Ajovalist: «la nostra regola è una: lo spettacolo che va bene per i bambini può essere fruibile anche dagli adulti. È un nostro modo di interpretare il teatro per ragazzi – spiega – la specificità è quella di utilizzare dei linguaggi più comprensibili a seconda della fascia d’età, ma questo non abbassa né la qualità artistica né la possibilità di usufruire dello spettacolo da parte dei più grandi».
Preso atto della volontà di chi produce arte di voler avvicinare i giovani al teatro, è necessario fare i conti in tasca per il pubblico che intende assistere. Abbonamenti ad hoc e riduzioni sono la prassi ormai consolidata da piccoli e grandi teatri. Il TMO – acronimo di Teatro Mediterraneo Occupato – riduce a un contributo spese l’ingresso al proprio spazio che intende offrire la possibilità a chiunque ne abbia voglia di condividere l’esperienza del teatro come casa di artisti e di giovani. Al teatro Biondo gli abbonamenti non sono nominativi, e questo permette di acquistarli in comunione con gli amici, al teatro Atlante le riduzioni per le famiglie sono all’ordine del giorno.
Insomma, quando si abbassano le luci in sala e i riflettori illuminano il palcoscenico, non importa che lo spettacolo sia per adulti o per i più piccoli, la magia del teatro inonda l’anima di chi guarda senza limiti d’età.