Da Ufo a Uap: le rivelazioni del rapporto USA
Rese pubbliche pochi giorni fa, le conclusioni dell’ultimo rapporto americano sugli Ufo cambiano la dicitura ufficiale e spostano l’attenzione dai dischi volanti ai velivoli di potenze straniere
Ufo e l’atteso rapporto del 25 giugno
Richiesto a dicembre dello scorso anno dal senatore della Florida Marco Rubio e annunciato in televisione anche dall’ex presidente americano Barak Obama (durante un’intervista all’interno del talk show di James Corden), il contenuto del rapporto sui “Fenomeni aerei non identificati”, reso pubblico il 25 giugno, si è rivelato molto diverso all’attesa verità sugli alieni e i dischi volanti.
Marketing e spionaggio internazionale
Creare l’attesa, fare in modo l’attenzione pubblico resti alta, assecondare e nutrire le aspettative delle persone: regole del marketing utilizzate in maniera brillante dall’amministrazione americana per dare vita a un apparente malinteso comunicativo, risultato invece vincente in termini di politica estera.
Quello che dagli annunci sembrava sarebbe stato un rapporto sugli Ufo si è invece rivelata una relazione sui “Fenomeni aerei non identificati” avvistati negli ultimi anni dai piloti americani. Un testo che contiene solo vaghe allusioni ai dischi volanti (senza confermare o smentirne l’esistenza degli alieni), concentrandosi invece su velivoli sconosciuti che, secondo gli esperti, potrebbero essere sofisticati droni e aerei usati da Russia e Cina per lo spionaggio internazionale.
La relazione dei servizi segreti sugli Ufo al Congresso degli Stati Uniti
Commissionato dal Congresso degli Stati Uniti e redatto in base ai dati raccolti dall’Office of Naval Intelligence, FBI e dalla Unidentified aerial phenomenon Task Force, quello del 25 giugno è il rapporto più esteso finora dedicato all’analisi degli incontri con velivoli di natura sconosciuta.
Un documento che fondamentale ha modificato la classica e ben nota dicitura Ufo (Unidentified Flying Object) nel nuovo e più vago Uap (Unidentified Aerial Phenomena), passando da oggetti volanti non identificati a fenomeni aerei non identificati.
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Il contenuto della relazione del 25 giugno
Pur ammettendo il numero degli avvistamenti di Uap siano cresciuti nel corso degli ultimi vent’anni, la relazione non ha trovato nessuna prova della presenza di tecnologia aliena in tali “fenomeni aerei non identificati”. Dei quasi 140 avvistamenti registrati dai piloti dell’aviazione americana a partire dal 2000.
Rapporti, video e registrazioni radar, dai quali non sembrerebbe impossibile, per gli esperti americani, stabilire alcuna presenza di veicoli dall’origine o dalla provenienza aliene (questo a dispetto della capacità di manovra e accelerazione mostrati dagli oggetti volanti incrociati dai piloti militari). Quello che invece c’è all’interno del rapporto è l’allusione ai numerosi velivoli non identificati che avrebbero sconfinato in territorio americano, aerei che l’Usaf (United States Air Force) non è riuscita a catalogare, puntando l’attenzione sui droni e gli aerei ipersonici segreti, sviluppati da Russia e Cina nell’ambito dello spionaggio militare.
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Precedenti programmi di ricerca e task force
Dal programma del Pentagono per il tracciamento degli Ufo – istituito nel 2007 e guidato dal senatore Harry Reid – fino alla task force istituita nel 2020 per lo studio dei “fenomeni aerei non identificati”, sono state molte le occasioni in cui gli Stati Uniti hanno promesso spiegazioni mai arrivate sul tema degli Ufo. Soprattutto in seguito alle ammissioni da parte del dipartimento della Difesa di avere registrato vari avvistamenti inspiegabili avvenuti nel 2019 – seguite nell’aprile del 2020 dalla conferma della veridicità dei filmati effettuati da piloti della marina americana nel novembre 2004 e nel gennaio 2005 – ci si aspettava finalmente la conferma ufficiale che non è arrivata. Non sappiamo ancora se siamo soli nell’universo e, con la relazione del 25 giugno, anche stavolta, dagli USA non è arrivata nessuna ammissione (ma neanche una smentita) sul possibile contatto con velivoli alieni.
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La teoria dei velivoli sperimentali
Da sempre il governo americano giustifica i presunti avvistamenti di oggetti volanti non identificati con la presenza nella stessa area di velivoli o aerostati di varia natura, dai palloni sonda ai vecchi “Sr-71 Blackbird”. Aerei supersonici la cui sperimentazione, avvenuta negli tardi anni ’50 nel deserto del Mojave, fece parlare tanto di velivoli alieni quanto di tecnologia top secret.
Lo stesso discorso vale per i prototipi degli F-117 Stealth, i bombardieri invisibili la cui insolita sagoma fece pensare la loro tecnologia derivasse dai ritrovanti dell’incidente di Roswell (di cui parleremo in seguito). In tempi più recenti invece, è toccato al ricognitore ipersonico Sr-91 Aurora (progetto sostitutivo dell’ormai datato Blackbird) passare per una navetta aliena prima che la sua esistenza, sempre negata dagli americani, venisse confermata o quantomeno ipotizzata in un rapporto del 2006 redatto ministero della difesa inglese.
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Spionaggio e controspionaggio
È partendo da questa base di velivoli spia e droni di nuova generazione che i detrattori dell’ufologia suggeriscono e sostengono il rapporto del 25 giugno sia una manovra politica che non ha nulla a che fare con gli Ufo, riferendosi invece alle invasioni dello spazio aereo statunitense da parte di apparecchi sperimentali russi o cinesi. Entrambe potenze mondiali dotate della tecnologia necessaria per la costruzione di apparecchi ipersonici di nuova generazione, capaci di raggiungere una velocità di Mach 6, ossia almeno sei volte la velocità del suono (approssimativamente 330 metri al secondo). Proprio seguendo queste teorie, il tanto atteso rapporto del Pentagono al Congresso risulterebbe essere poco più di un’elaborata manovra politica, utile per non ammettere la debolezza americana rispetto allo spionaggio straniero, avvertendo allo stesso tempo le nazioni rivali di essere a conoscenza delle loro manovre.
Il primo avvistamento Ufo della storia
I primi ufologi nascono nel 1947, anno del primo avvistamento ufficiale da parte di un pilota militare americano. Il suo nome era Kenneth Arnold: affermò di avere incrociato la rotta di un oggetto volante non identificato nei pressi del monte Reinier (Stato di Washington).
Da quel momento, la presa della teoria ufologica sulla gente è cresciuta enormemente, radicandosi a tal punto da non essere stata minimamente intaccata dal rapporto del Pentagono al Congresso americano. Quello del 25 giugno 2021 è un documento visto anche dagli esperti di questa pseudoscienza come una manovra di politica estera da parte del governo, una relazione che non riguarda affatto la verità sugli Ufo.
L’incidente di Roswell
Il più celebre avvistamento di Ufo nella storia del Novecento è avvenuto il 2 luglio 1947 presso la cittadina di Roswell (New Mexico). Dopo un mese di continui avvistamenti, molti degli abitanti affermano di avere visto una sfera di luce argentata saettare attraverso il cielo notturno, sorvolando il centro abitato prima schiantarsi nel deserto. Furono, la mattina dopo, i giornali ad affermare si trattasse di un disco volante, il cui relitto non venne mai ritrovato.
Il governo americano e il clima da Guerra Fredda di quegli anni hanno entrambi contributo a creare il mito di Roswell (così come quello dell’Area 51), nato proprio a causa della segretezza con cui l’aeronautica degli Stati Uniti ha trattato l’evento.
Infatti, secondo i teorici del complotto alieno, quella notte i militari sarebbero intervenuti per bloccare l’area in modo da potere recuperare tanto i rottami della navicella aliena, quanto il corpo del suo pilota extraterrestre. Sebbene la versione ufficiale, fornita nel rapporto intitolato: “1995: Roswell report: fact versus fiction in the new mexico desert” abbia affermato a precipitare fossero stati i palloni sonda del progetto Mogul (postazioni di ascolto ad alta quota per il controspionaggio), questo non ha fermato la fantasia degli ufologi, i quali sono arrivati a ipotizzare per l’incidente di Roswell scenari che vanno dallo schianto alieno al viaggio nel tempo, fino alla copertura di operazioni russe sul suolo americano.
Da Ufo a Uap: l’Area 51
Il secondo grande tema ufologico americano riguarda un’area di oltre 26.000 chilometri quadrati nel deserto del Mojave (non lontano tanto da Roswell quanto da Las Vegas). Uno spazio apparentemente vuoto, che benché recitato e sorvegliato da guardie armate, fino a poco tempo fa risultava oscurato ai siti di geolocalizzazione e totalmente assente dalle mappe civili.
Parliamo del “Nevada Test Site – 51”, più comunemente noto come “Area 51”. Una base militare incredibilmente sorvegliata, edificata nei pressi del villaggio di Rachel e il cui perimetro ingloba tanto le sponde del Groom Lake quanto una vasta porzione del deserto circostante. Pur essendo un luogo avvolto nel mistero, l’Area 51 è stata per decenni il segreto peggio protetto degli USA: una base militare ben visibile da terra, la cui esistenza è stata ammessa solo il 14 luglio 2003. Occasione in cui le autorità americane l’hanno definita: “Air Force Flight Test Center”, ossia una struttura operativa distaccata della base militare di Edwards e del suo centro di ricerche tecnologico.