Un inedito di Ettore De Maria Bergler nella Biblioteca centrale della Regione Siciliana
La rilettura dell’articolo che il Giornale di Sicilia del 14 novembre 1948 aveva dedica alla inaugurazione della ricostruita “Biblioteca Nazionale” ha attirato la nostra attenzione sul breve trafiletto finale, intitolato “Un ritratto di Salvo Cozzo alla Biblioteca Nazionale”: possiamo, così, quasi scoprire un’opera ancora oggi inedita di Ettore De Maria Bergler. La tela, infatti, dal 1948 è esposta nella Direzione della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana insieme a quelle che raffigurano Joseph Sterzinger, Pietro Scarlata e Alessio Narbone, religiosi Direttori della Biblioteca tra XVIII e XIX secolo, ma non ha avuto sinora una attenzione specifica.
Scrive Francesco Salvo di Pietraganzilli all’allora Direttore della Biblioteca Nazionale, il Dott. Giraldi.
Sig. Direttore, per essere più degnamente ricordato ed onorato Giuseppe Salvo di Pietraganzilli, bibliotecario e bibliofilo insigne, dono, a nome della sua famiglia, un suo ritratto. L’effigie, lavoro ad olio di un altro insigne nostro concittadino è una pregevole opera del De Maria, coetaneo ed intimo amico di mio zio Giuseppe. La bella immagine potrà trovare, oggi la sua degna sistemazione in una delle sale della nostra biblioteca, tra volumi che Giuseppe Salvo Cozzo, durante i lunghi anni della sua direzione, tanto diligentemente curò ed amorevolmente riordinò. A Lei, degno continuatore nella direzione della nostra biblioteca, la cui riapertura corona oggi un ciclo di intenso lavoro ed è premio alla sua grande fatica, i sensi della mia più alta stima.
Questa lettura ci offre almeno tre diversi “spunti”: delineare, anche attraverso le sue sembianze, la figura di Giuseppe Salvo di Pietraganzilli, bibliotecario e bibliofilo insigne, aggiungere un’opera al catalogo del De Maria, e infine collegare, per la dichiarata amicizia, i due insigni esponenti della cultura palermitana.
Giuseppe Salvo Cozzo di Pietraganzili (Agrigento 1856 – Palermo 1925), fu uno studioso e catalogatore di manoscritti presso la Biblioteca apostolica vaticana. Dal 1897 direttore della Biblioteca nazionale di Palermo, poi anche soprintendente bibliografico per la Sicilia, e Socio della Società bibliografica italiana dal 1899 al 1908¹.
Qualche brevissimo cenno sui suoi natali definisce il contesto formativo: la famiglia Salvo “Si vuole originaria di Toscana, passata prima in Napoli e poi in Sicilia, dove godette nobiltà in Messina nei secoli XIII e XIV e in Palermo… un Egidio Salvo e Castiglia, di Messina, nel 1573 ottenne la concessione del titolo di regio cavaliere e dello stemma gentilizio; un Vincenzo Salvo e Levante a 30 aprile 1798 ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo, fu segretario della legazione del re delle Due Sicilie presso Sua Maestà l’imperatore d’Austria e nel 1814 ottenne la concessione del titolo di marchese di Pietraganzili. Nell’elenco ufficiale definitivo delle famiglie nobili e titolate della regione siciliana sono annotati, con i titoli di nobile dei marchesi di Pietraganzili e cavaliere, i signori Francesco e Rosario Salvo e Sciarrino (di Giuseppe, di Vincenzo primo marchese di Pietraganzili) con i loro figli ed il signor Giuseppe Salvo e Magliano (di Giovanni, di Giuseppe, di Vincenzo primo marchese di Pietrangazili) con la sorella Adele”².
Così, ovviamente, anche la biografia di Ettore De Maria Bergler, contribuisce a comprenderne la formazione nel contesto della Palermo fin de siecle. Figlio di Lorenzo De Maria, palermitano, intendente del barone di Calabria Giovanni Riso e di Vittoria Bergler, viennese, nasce a Napoli nel 1850 durante un breve soggiorno della famiglia. Allievo di Francesco Lo Jacono, nel 1875 espone per la prima volta a Palermo per poi intraprendere, grazie al mecenatismo del barone Riso, viaggi di studio a Napoli, Roma e Firenze, fondamentali per la sua formazione, partecipando all’Esposizione di Belle Arti di Roma, alla Promotrice di Napoli, alla mostra di Belle Arti di Torino, all’Esposizione di Milano. Dal 1886 inizia la vasta produzione ritrattistica, e realizza gli affreschi della sala d’estate a Villa Whitaker a Malfitano, dove esegue pure il famoso ritratto di Norina e Delia Whitaker dal titolo “Bambine”.
Tra il 1893 e il ‘97 è impegnato al Teatro Massimo per le decorazioni nel Palco Reale, nel soffitto della sala degli spettacoli e nella sala pompeiana; per casa Florio esegue il tondo di donna Franca e i ritratti di don Carlos e di Maria Berta di Rohan, duca e duchessa di Madrid. Tra 1899 e 1900 esegue gli affreschi della sala liberty del Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, e partecipa alla Biennale di Venezia con la decorazione del secretaire eseguito da Vittorio Ducrot, su disegno di Ernesto Basile. Tra 1903 e 1910 decora i soffitti di alcuni piroscafi della Società Navale Italiana “Florio & Rubattino”, e realizza le sovrapporte per la sala del Consiglio della sede centrale della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele di Palermo. All’attività professionale affiancò quella didattica, insegnando pittura figurativa dell’Accademia di Belle Arti di Palermo dal 1913 al 1931.
Il catalogo della mostra dedicata a Ettore De Maria alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo nel 1988³ ci consente di valutare il ritratto in relazione alla ricca produzione di tele dello stesso genere dell’artista in cui, pur non mancando qualche altro esemplare della stessa impostazione (figura in piedi per tre quarti, come nel ritratto del Cavalier De Giorgi del 1912), prevalgono le rappresentazioni delle figure secondo la tradizione classico-rinascimentale del mezzobusto frontale (G. Benso della Verdura, G. Lo Verde, L. Cosenz, opere del 1915).
Qui invece Giuseppe Salvo Cozzo è ritratto in piedi, leggermente ruotato verso il ritrattista, in elegante abito scuro con papillon in tinta; il fondo rosso carminio conferisce risalto più che alla intera figura al volto spigoloso, con la carnagione chiara, fluenti capelli e curati baffi ancora biondo-rossicci e i dominanti occhi azzurro-cerulei. La caratteristica posa della mano sinistra sul fianco, forse un po’ rigida e innaturale nella forma, conferisce una particolare spontaneità alla figura: proprio come in una fotografia, sempre pubblicata nel catalogo, che ritrae il De Maria in piedi. E che ci consente di rilevare una decisa somiglianza tra Giuseppe ed Ettore, che il nipote, come abbiamo detto, definisce “coetanei ed intimi amici”: il volto allungato, i baffi corposi, il mento affusolato, e, appunto, la mano dalle lunghe dita. Esempi di quel “realismo quasi fotografico” che Laura Bica (nel Catalogo, p. 38) indica quale evidenza della “straordinaria maestria tecnica dell’artista”.
Coetaneo, scrive il nipote: con gli stilemi di quegli anni, possiamo pensare che il Direttore della Biblioteca sia stato ritratto intorno ai sessant’anni, datando così anche quest’opera al periodo dei tanti altri ritratti di cui abbiamo detto. Intimo amico: il che, ovviamente, ci fa esser certi del gradimento dell’opera da parte di Giuseppe Salvo Cozzo, a conferma della “bontà” e fedeltà dell’esecuzione.
Così, e a questa conclusione più teniamo, la nostra Biblioteca dopo gli affreschi di Pietro Novelli e Giacomo La Bruna, l’Immacolata Concezione dei Serpotta, annovera anche un’opera espressione della tanto apprezzata Palermo liberty.
¹ Scheda di Simonetta Buttò, in Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo: dizionario bio-bibliografico 1900-1990, p. 157-158. Volutamente, qui, ci limitiamo a questa breve citazione, lasciando ai bibliotecari la descrizione della sua ampia e importante produzione.
² da A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia
³ Ettore De Maria Bergler, Novecento Editrice, testi di Antonella Purpura, Ubaldo Mirabelli, Laura Bica, Massimo Briguglia