Una disciplina senza certezze
Siamo davvero sicuri che con il termine Storia intendiamo tutti la stessa disciplina dalla scuola primaria all’università? I metodi usati e i contenuti veicolati nell’intero percorso formativo hanno veramente qualcosa che li accomuna? E’ il caso di nutrire seriamente qualche dubbio, soprattutto in considerazione del ben noto deficit di cultura storica dimostrato dai cittadini italiani, a ogni livello. Per non parlare dello scarso appeal di una materia vissuta dagli studenti molto spesso con fastidio e con frustrazione. Possiamo anche affermare che si tratta degli effetti di un curriculum scolastico poco coerente, irrigidito dalla tradizione, portato avanti, in fondo, da soggetti che possiedono scarsa chiarezza circa il significato e i fini di ciò che dovrebbero insegnare. Credo che occorra partire da queste provocazioni se vogliamo intercettare davvero il problema complessivo dell’insegnamento della storia nelle nostre scuole e università, che si articola poi in una serie di questioni più specifiche. Provo a elencarne alcune: il reale valore formativo e civile della disciplina, le competenze possedute e richieste ai docenti a partire dalla scuola dell’obbligo, i nuovi percorsi di formazione riservati agli stessi, l’organizzazione degli studi universitari e delle classi di concorso per l’insegnamento, il curriculum scolastico e l’accertamento dei risultati di apprendimento degli studenti, il rapporto tra gli storici accademici e il mondo della scuola, le modalità di approccio e di utilizzo alle tecnologie informatiche e telematiche, la dinamica tra gli specialismi e la valenza sociale della formazione storica. Su questi e altri aspetti, l’invito è a raccontare le proprie esperienze, a riflettere sulle medesime, a provare ad aprire un confronto senza steccati e senza remore, ma anche alieno dal piagnisteo e da stucchevoli recriminazioni, ricco piuttosto di argomenti e di proposte.