Vaccino AstraZeneca, la psicosi e le conseguenze del rifiuto
In seguito all’insorgere di rari eventi tromboembolici in pazienti vaccinati con il preparato AstraZeneca, il medicinale anti Covid-19 si trova al centro di forti controversie
Le reazioni avverse al vaccino Astrazeneca
Stando ai dati raccolti dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), in seguito alle segnalazioni di reazioni avverse alla vaccinazione con il preparato Oxford-AstraZeneca, è stata accertata una possibile correlazione tra eventi tromboembolici e la somministrazione del farmaco anti Covid-19.
Anche l’Ema (Agenzia Europea per i medicinali), dopo un’attenta analisi dei casi registrati in Europa e nel Regno Unito, ha stabilito un potenziale legame tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e possibili trombosi rare in pazienti relativamente giovani.
Per questo motivo, in Italia, il preparato dell’azienda anglo-svedese è passato dall’essere “consigliato fino ai 55 anni” a un successivo “consigliato fino ai 65 anni” fino all’attuale “da somministrate tra i 60 e i 79 anni”.
Le somministrazioni e gli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca: i dati ufficiali
Su oltre 10.6 milioni di somministrazioni in Europa, che raggiungono in 25 milioni se sommate con quelle del Regno Unito (dove il 40% delle vaccinazioni vengono effettuate con AstraZeneca), i casi di effetti collaterali gravi (rare forme si trombosi e trombocitopenia) ammontano a meno di 350.
Sebbene nelle ultime settimane si moltiplichino le segnalazioni in tutta Italia, soprattutto in Sicilia, il numero di morti direttamente connesse con una reazione al vaccino AstraZeneca resta fortunatamente fermo a 7 persone.
I possibili sintomi di una reazione avversa al vaccino AstraZeneca
Una volta ammessa la possibilità del verificarsi di rarissimi effetti collaterali gravi in seguito alla somministrazione del preparato di AstraZeneca, sono state diramate dalle agenzie di tutela (Aifa/Ema) delle linee guida sulla prevenzione del possibile fenomeno tromboembolico.
Partendo dall’avvertenza che tali eventi accadono solitamente entro le due settimane dalla somministrazione del siero (la cui seconda dose viene assunta invece tra le 4 e le 12 settimane), interessando soprattutto individui sotto i 55 anni di età e di sesso femminile, esistono una serie di sintomi che possono indicare per tempo l’insorgere dell’anomalia:
- Dolore toracico
- Respiro affannoso
- Gonfiore alle gambe
- Dolore addominale persistente
- Cefalea severa
- Visione offuscata
Psicosi e rifiuto del vaccino AstraZeneca
Sebbene sia Ema che Aifa abbiano affermato che i benefici del vaccino AstraZeneca superino di gran lunga i rischi ad esso associati (anche e soprattutto vista la bassissima incidenza di effetti collaterali gravi), le dichiarazioni degli enti regolatori non hanno tranquillizzato gli italiani. Neanche gli appelli di virologi ed epidemiologi sembrano aver fatto breccia in quella che, a tratti, è diventata una vera e propria psicosi. In particolare nel sud Italia, la paura delle possibili reazioni avverse ha fatto registrare una sensibile diminuzione nelle somministrazioni. Se in Lombardia il numero delle fiale rimaste (di base più esiguo) permetterà solo i richiami previsti, in Calabria invece il 61% delle dosi continua a rimanere nei frigoriferi.
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Gli open day vaccinali siciliani
A dispetto dell’alta adesione agli open day vaccinali voluti dal governo regionale, anche in Sicilia la situazione delle somministrazioni di AstraZeneca non è delle migliori. Pensati per smaltire le quasi 60.000 dosi del siero depositate presso gli hub regionali, nel primo weekend delle vaccinazioni senza prenotazione sono state inoculate con il farmaco anglo-svedese appena 3000 persone, con moltissime vaccinazioni avvenute invece con i preparati di Pfizer o Moderna.
Le conseguenze: cosa succede a chi rifiuta AstraZeneca?
Dal caso dell’ospedale palermitano Di Cristina (dove alcuni settantenni hanno rifiutato la vaccinazione e sono andati via) alle continue disdette dei sessantenni prenotati regolarmente durante la settimana, quello delle vaccinazioni con AstraZeneca rischia di diventare un problema.
Non solo la sfiducia rallenta la campagna vaccinale, ma crea un circolo vizioso che potrebbe danneggiare seriamente il piano vaccinale a livello nazionale.
Attualmente, infatti, come confermato dal ministro della sanità Roberto Speranza, chi rifiuta il vaccino AstraZeneca viene semplicemente reinserito in coda alle liste vaccinali. A causa della cronica mancanza di dosi, gli italiani sono ancora ben lontani dalla possibilità di poter scegliere il proprio vaccino (come alcuni dei cittadini vorrebbero) e questo rischia di inceppare il sistema creando un’eterna lista di persone ripetutamente in attesa di una imprevedibile disponibilità di fiale Pfzer o Moderna.
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Da AstraZeneca a Vaxzevria
Multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese con sede a Cambridge, AstraZeneca, fondata il 6 aprile del 1999, è oggi produttrice del più discusso tra i vaccini anti Covid-19 presenti sul mercato. Somministrato per la prima volta il 4 gennaio del 2021 semplicemente con il nome di vaccino AstraZeneca, il 25 marzo 2021 ha cambiato nome in Vaxzevria. Alla nuova identità, la casa produttrice ha fatto corrispondere anche una modifica delle avvertenze sul bugiardino del farmaco dove, tra le controindicazioni già presenti, è stata aggiunta la voce “rarissimi casi di trombosi”.
Il contratto con AstraZeneca
Venerdì 23 aprile 2021 l’Unione Europea ha dato corso a un’azione giuridica contro la multinazionale AstraZeneca. La causa scatenante sarebbe il mancato rispetto delle forniture stabilite e l’incapacità di presentare un serio programma di gestione della distribuzione dei vaccini.
Come spesso ribadito dal governo italiano e dalla Commissione europea, il principale ostacolo nel progredire della campagna vaccinale nel vecchio continente è stata la mancanza dei vaccini promessi dalle multinazionali farmaceutiche.
In seguito all’annuncio degli ennesimi ritardi nelle consegne del preparato da parte della multinazionale, le autorità europee hanno deciso di impugnare il contratto di acquisto preliminare siglato con AstraZeneca. Quest’ultimo (pubblicato in forma spuria nel gennaio del 2021) prevedeva una fornitura di 300 milioni di dosi in un anno, acquistate con il fondo europeo per il sostegno di emergenza (approvato nell’agosto del 2020), che AstraZeneca non sembra sarà in grado di consegnare entro i tempi stabiliti.