Vincenzo Florio: automobilismo, aviazione e ciclismo
Oltre la Targa Florio, altre manifestazioni sportive siciliane devono la loro esistenza a Vincenzo Florio, i cui interessi spaziavano dal ciclismo all’aviazione
Vincenzo Florio: una passione per i motori
Nato a Palermo il 18 marzo del 1883 e morto ad Épernay (Francia) il 6 gennaio del 1959, stando allo storico Vincenzo Prestigiacomo, il giovane rampollo di casa Florio avrebbe sviluppato la passione per i motori frequentando da giovane la casa del barone Guccia, primo palermitano a possedere un’auto.
Vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, Vincenzo Florio si interesserà per tutta la vita di meccanica e autoveicoli, andando ben oltre la creazione della famosa Targa Florio (avviata nel 1906 e seguita nel 1912 dal primo giro automobilistico di Sicilia). Suo sarà infatti il brevetto di un autocarro militare da trasporto, entrato in produzione nel 1916, adatto a percorrere sentieri di montagna e altri terreni ritenuti impervi per gli automezzi del tempo.
L’automobile: il simbolo del lusso
Il ventennio della Belle époque vedrà esplodere il mercato dell’automobile e con esso l’evoluzione del trasporto su gomma. Le migliorie e le rivoluzioni in campo automobilistico si susseguiranno rapidissime, trasformando velocemente il volto di città ancora legate all’Ottocentesco binomio carro/calesse.
Possedere un’auto, o lavorare nel settore, in quegli anni voleva dire esibire uno status sociale, legato tanto al lusso quanto al gusto per l’avventura. Era quindi inevitabile la famiglia Florio, per decenni vertice dell’alta società palermitana, entrasse in questo mondo. Non solo attraverso la sponsorizzazione delle competizioni automobilistiche, ma anche con la costruzione, nel 1907, dell’autodromo Florio. Un modo questo, per monopolizzare un settore cittadino in grande sviluppo e dall’indubbio fascino anche per la popolazione palermitana.
Una strategia per incrementare ed ampliare ulteriormente la fama e le attenzioni di cui i Florio godevano ad ogni livello della società palermitana.
I Florio: lo sport e la visibilità
Non è causale che il mecenatismo dei Florio si estendesse, oltre che all’arte, anche all’ambito sportivo.
Al tempo la città di Palermo possedeva una grande tradizione sportiva, con molti circoli e club privati, in parte derivanti dalla presenza in città di facoltose famiglie straniere. Come nel caso del golf, praticato dai Florio presso un circolo per stranieri con sede nei dintorni di piazza Caboto, lungo la discesa di Valdesi.
La passione sportiva della famiglia nasceva indubbiamente da motivi di immagine, legata anche all’elevato ceto sociale di appartenenza, ma la generosa sponsorizzazione di gare ed eventi avveniva in maniera mirata.
Si trattava di una precisa strategia imprenditoriale, un modo per rimanere costantemente protagonisti degli eventi mondani (come nel caso dei balli e delle feste legate agli eventi sportivi). Una forma di autopromozione legata ai grandi fenomeni sportivi e sociali in un’epoca di cambiamenti rapidi e spesso poco duraturi.
> Leggi anche: I Florio: la storia di tre generazioni che cambiarono la Sicilia
Un Florio nell’epoca della meccanica
Vincenzo vivrà pienamente gli anni in cui, ovunque nel mondo, il motore a scoppio sostituisce quello a vapore che aveva caratterizzato il periodo vittoriano.
Agli inizi del Novecento nascono infatti le prime grandi case automobilistiche. Dalla Fiat di Torino (11 luglio 1899), alla Ford di Detroit (16 giugno 1903), passando per la Rolls-Royce di Manchester (15 marzo 1906). Industrie che contribuiranno allo sviluppo di motori sempre più potenti e sicuri, permettendo ai gruppi imprenditoriali di investire nella nautica e nell’aeronautica. Tanto che, negli anni della prima guerra mondiale e proprio grazie alla collaborazione con i Florio, le officine Ducrot di Palermo si convertiranno alla produzione di idrovolanti per la Regia Marina.
Vincenzo Florio e l’aviazione
Risale al 1910 la “Settimana aviatoria di Mondello-Valdesi”, la prima gara aeronautica siciliana. Un campo nel quale il giovane Florio investì parecchie energie, dando il via ad uno sviluppo che vedrà maturare i propri frutti solo nel primo dopoguerra.
È infatti del 1919 l’unica edizione della “Targa Florio Aeronautica”, la prima competizione di settore del dopoguerra. Un evento il cui eco darà il via alla realizzazione di numerose strutture dedicate nelle immediate vicinanze di Palermo. Tra quelle più significative ricordiamo:
- Campo di volo di Cruillas
- Idroscalo di Santa Lucia
- Campo di volo di Passo di Rigano
- Aeroscalo della Favorita
- Campo di volo di via Perpignano
Questi i principali luoghi che contribuiranno alla nascita dell’aeroporto palermitano di Boccadifalco e quello catanese di Fontanarossa. Due realtà che devono la propria esistenza all’iniziale impegno dei Florio nel settore. Non è infatti causale, proprio per il suo decisivo contributo allo sviluppo dell’aviazione sul territorio regionale, l’aerostazione di Trapani-Birgi sia intitolata a Vincenzo Florio.
Il Giro di Sicilia prima del Giro d’Italia
Vincenzo non è solo l’uomo dei motori di casa Florio.
Contemporaneamente all’automobilismo e l’aviazione, il fratello di Ignazio Jr. era solito organizzare eventi e manifestazioni legate al mondo del ciclismo, sia dilettantistico che agonistico. Nei primi anni del Novecento, sfruttando lo stesso tracciato madonita delle Targa Florio, Vincenzo darà vita a piccoli eventi sportivi dedicati al mondo delle due ruote a pedali.
Il successo di queste manifestazioni lo convincerà successivamente a patrocinare, nel 1907, la nascita del Giro di Sicilia. Una corsa professionistica a tappe di ciclismo maschile su strada, evento che anticiperà di due anni la nascita del celebre Giro d’Italia.