Vincenzo Florio, il comunicatore della modernità
La famiglia Florio non è soltanto la protagonista della realtà economica della Sicilia di fine Ottocento. È anche la forgia in cui si crea una serie di eventi sportivi, che hanno come protagonisti i nuovi mezzi di locomozione: macchine, biciclette e aerei.
La Targa Florio e gli eventi sportivi che diedero a Vincenzo Florio lo spunto per costruire una nuova immagine della Sicilia
Vincenzo Florio, fratello di Ignazio junior, è infatti il protagonista della costruzione di un complesso reticolo di manifestazioni sportive che spaziano dalle auto (Targa Florio), alle biciclette (Giro di Sicilia), agli aerei. Una costruzione dell’identità della cultura sportiva che ha inciso profondamente nel dna strutturale del sistema organizzativo delle manifestazioni siciliane, lasciando un’impronta che si perpetua ancora oggi.
La Targa Florio e la nuova immagine della Sicilia
La Targa Florio rappresenta il fulcro di un complesso di iniziative sportive che avranno una risonanza europea. Pochi sanno che Vincenzo si interessò anche di aerei. Bisogna leggere il volume “Pionieri e macchine volanti. Storia dell’aeronautica in Sicilia” (edito da Novecento, a cura di Francesco Vadalà) recensito da Repubblica nel 2006. L’articolo di Paola Nicita evidenzia la lungimiranza di Vincenzo e la sua capacità di incidere sulla immaginazione dei suoi contemporanei.
Nel 1911 promuove sulla spianata dell’Uditore un’esibizione di aerei con la partecipazione della prima “donna volante”, Olga Campisi. E nel 1919 organizza la prima e unica “Targa Florio aeronautica”. Iniziativa nella quali affonda le sue radici il “Giro aereo di Sicilia” che continua la sua avventura ancora oggi.
Un’isola moderna, lontana dalle suggestioni del Grand tour
Vincenzo, nei fatti, è un vero e proprio promotore turistico che sviluppa con sensibilità e abilità tutto un complesso di iniziative che ne fanno un vero e proprio antesignano dei processi comunicativi all’avanguardia. Vengono scardinati vecchi cliché legati alla visione che l’Europa aveva della Sicilia e che derivavano dalle descrizioni dei viaggiatori del Grand tour.
L’impatto con gli artisti-pittori fortemente influenzati dall’Art nouveau, le esperienze parigine legate al mondo della fotografia e delle prime sperimentazioni delle riprese cinematografiche gli permisero di costruire un’immagine dell’Isola completamente diversa, proiettata nella modernità. In cui il sottofondo musicale non era più prodotto dai tradizionali strumenti ma dal rombo dei motori dei “bolidi” che percorrevano le montagne delle Madonie.
Le esperienze di Parigi e Londra di Vincenzo e il tracollo di Ignazio Florio
Rileggendo le cronache di quei momenti ci rendiamo conto che Vincenzo segue dei percorsi culturali e comunicativi che ha metabolizzato nella sua formazione giovanile con esperienze maturate a Parigi e a Londra e che, insieme a donna Franca, contribuisce a creare le radici profonde di quel mito che si proietterà negli anni successivi e che contribuirà alle fortune della memoria.
Le maldestre operazioni commerciali di Ignazio faranno disperdere il patrimonio accumulato dai suoi antenati, gli scioperi dei suoi operai e il tormentato sviluppo del progetto del cantiere navale palermitano saranno foriere del destino che attenderà l’imprenditore incapace di percepire per tempo la tempesta che andava addensandosi su di lui.
Vincenzo rappresenta, invece, l’altra faccia della vicenda familiare. Lavorerà in sinergia con donna Franca per costruire un mondo dominato dalla modernità che rimarrà scolpito nei siciliani. Riaffiorando, come un fiume carsico, nei momenti più diversi della quotidianità di questi ultimi anni.